Una domanda che spesso ci viene fatta è “Ma cosa devo mettere all’interno di un articolo del blog?“. E chi la pone, non si riferisce solo alla parte scritta, ma anche agli altri elementi: foto, video, mappe e così via.
Un buon metodo per ottenere indicazioni è guardare quello che propone Google stessa nei suoi risultati di ricerca.
Si tratta di un approccio strategico, utile per la progettazione di contenuti in grado di rispondere ai desideri degli utenti che, al tempo stesso, piacciano a Google.
Prima di iniziare…
Ancor prima di spiegare questo metodo, però, occorre fare un paio di premesse.
Innanzitutto, nelle prossime righe parleremo di alcuni aspetti che possono sembrare tecnici. Ma, in realtà, è sufficiente l’ausilio di alcuni semplici strumenti e, soprattutto, l’utilizzo di testa e buon senso.
Un’altra cosa: in questo articolo parleremo principalmente di Google, che è il motore di ricerca più usato. Ma questa strategia è applicabile allo stesso modo con gli altri. Quello che fa la differenza, in questo caso, è il mercato per il quale si fa riferimento. Per esempio, se dovessimo produrre un articolo destinato al mercato russo, oltre ovviamente ad averlo tradotto in lingua, prenderemo come obiettivo Yandex, il motore numero 1 in Russia.
1) Analisi del cliente tipo
Di questo argomento ne abbiamo parlato accuratamente in precedenza, per cui andremo molto veloci.
Fare una analisi delle persone a cui si andrà a comunicare è la base per i passaggi successivi. In particolare per la selezione delle parole chiave da monitorare e per la stesura dei contenuti.
Per un approfondimento sul come produrre il cliente tipo, vi rimandiamo direttamente al relativo articolo: “Come costruire il cliente tipo del nostro hotel“.
2) Selezione delle parole chiave
Questo è il passaggio un po’ più tecnico, ma non è affatto uno scoglio difficile da superare.
Bisogna pensare a tutte le possibili parole chiave che andremo ad inserire nel nostro contenuto ed appuntarle in un elenco.
Per esempio, se stiamo parlando di un percorso in mountain bike all’Isola d’Elba, stileremo una lista contenente parole tipo “mountain bike isola d’elba”, “percorsi mountain bike isola d’elba”, “tracce gpx mtb elba” e così via.
Un piccolo consiglio: è meglio andare ad inserirle in una tabella (Excel, Google Fogli, ecc), per poter poi aggiungere altre informazioni utili in un secondo momento.
Per trovare le parole chiave, oltre all’esperienza personale e al modello del cliente tipo, ci si può far aiutare da alcuni tool, molti di questi gratuiti.
Il primo e più facile da usare, è certamente Google stesso. Infatti, dopo aver scritto la prima parola chiave nel motore, potremo vedere tutti i suggerimenti, sia nella tendina proposta, che nelle ricerche correlate in fondo alla pagina.
Ecco i due esempi!
Oltre a questi, esistono altri strumenti da testare, tutti molto simili tra loro. Ve ne elenchiamo alcuni: Keyword Tool.io, Ubersuggest, il Keyword Planner di Google Ads e gli italiani SuggestMrx ed EVE Milano.
3) Analisi dei risultati dei motori di ricerca
Adesso è il momento di riprendere la lista di parole chiave che abbiamo selezionato ed andare a cercarle su Google.
Andiamo ad associare ad ogni parola alcune caratteristiche:
1) Local-pack: nei risultati appare la mappa di Google con i relativi risultati local?
2) Foto: nei risultati compaiono dei box con foto ed immagini?
3) Video: i risultati di ricerca contengono video?
4) Knowledge graph: nella colonna di destra dei risultati, appare il riquadro con le informazioni locali di un business?
Ecco come potrebbe apparire la nostra analisi.
4) Progettazione dei contenuti
Adesso è il momento di produrre i contenuti. Ed è bene farlo, basando la progettazione degli stessi sui dati appena raccolti.
Infatti, se nei risultati di ricerca apparissero spesso le foto, potrebbe essere una buona idea integrare nella pagina da produrre una fotogallery.
Stesso discorso per la presenza di video: la cosa migliore potrebbe essere addirittura di produrne uno direttamente noi. Ma, se la cosa non fosse possibile, anche integrarne uno nell’articolo potrebbe essere una mossa saggia.
Se, invece, nei risultati appare la mappa di Google, con il relativo “Local-pack“, l’indicazione ci dovrebbe portare ad inserire nell’articolo informazioni sulla posizione, come l’indirizzo, orari di apertura/chiusura, indicazioni stradali e così via.
La presenza del riquadro del knowledge graph indica quasi sempre la presenza di un business con quel nome. Pertanto, è probabile che si tratti di una ricerca “brand“.
Oltre a questo, ogni nostra intuizione che ci verrà in mente guardando i risultati di Google, ci potrà aiutare nel progettare un contenuto che risulti veramente di qualità per il lettore.
5) Stesura dei contenuti
Ora non rimane che produrre i contenuti, tenendo quindi presente che spesso non è sufficiente scrivere un semplice testo. Occorre integrare foto, video ed altre informazioni, non solo per compiacere Google, ma anche e soprattutto i lettori.
Per mettere in pratica questa strategia non occorre essere dei SEO, anzi. È meglio non esserlo, così da non farsi influenzare da tecnicismi vari, scrivendo in modo più naturale e corretto per il lettore finale.
Infatti, con questa strategia, le parole chiave in fase di produzione contenuti diventano un aspetto secondario: servono per migliorare la progettazione del contenuto stesso, ma non ne rappresentano il cuore.
Ci siamo scordati qualcosa?
Se secondo te manca qualcosa e vuoi farcelo sapere o se vorresti che approfondissimo qualche argomento, scrivici!
Puoi farlo su Telegram, mandando un messaggio privato a https://t.me/MaurizioPaita, oppure mandandoci una mail a info@webmarketingeturismo.it.
Invece, se vuoi continuare a seguirci, puoi farlo iscrivendoti al nostro canale Telegram, https://t.me/wmturismo, o alla nostra newsletter, compilando il modulo che trovi qua sotto.
0 Comments