In alcuni degli ultimi articoli abbiamo parlato sia dell’importanza del blog per una struttura ricettiva, che di come trovare idee su cosa scrivere al suo interno. Oggi ci concentriamo sull’utilizzo dei Social Network come mezzo di diffusione dei nostri articoli, per far sì che un numero ampio di persone li possano leggere. Ricordiamoci sempre che uno degli obiettivi per i quali realizziamo un piano editoriale di scrittura contenuti all’interno del nostro blog è proprio quello di raggiungere dei potenziali clienti ed interessarli.
Come misuriamo il successo di una strategia di content marketing?
Come appena accennato, vogliamo aumentare il numero di persone che andremo a raggiungere. Ma per misurare i risultati dovremo tener conto di alcune metriche:
– Analizziamo se il nostro articolo si posiziona sui motori di ricerca, ma non solo: quantifichiamo anche il traffico che genera. Possiamo farlo con Google Analytics e con Google Search Console.
– Valutiamo, una volta che è stato condiviso sui social, se l’articolo sta avendo successo, in base a commenti, visualizzazioni, condivisioni, reactions. Pensiamo ad una cosa, mentre lo stiamo scrivendo: ha una caratteristica peculiare per il quale le persone potrebbero condividerlo?
– Contiamo le prenotazioni: è ovvio che il fine ultimo sarà quello di portare prenotazioni al nostro hotel. Difficilmente questo succederà subito dopo che un potenziale cliente abbia finito di leggere il nostro articolo. Però possiamo utilizzare vari strumenti di analitica per valutare se chi poi ha prenotato, è passato dal nostro blog ed in che momento della sua “customer journey“.
Iniziamo dal social più conosciuto e diffuso: Facebook. E’ chiaro che è il primo social da tenere in considerazione, anche a dispetto degli ultimi aggiornamenti che hanno limitato un po’ la visibilità organica dei nostri post.
Perché dovremmo usare Facebook?
1) Ci sono tutti: Facebook conta circa 2 miliardi di utenti.
2) E’ interconnesso al suo interno: ovvero, capita spesso che qualcuno trovi un post interessante e tagghi un amico. Così facendo, riusciremo a raggiungere anche persone che non sono nostre fan, ma che probabilmente potranno diventare nostri clienti.
3) E’ un canale di comunicazione rapido: è sempre più frequente che un cliente contatti l’hotel direttamente tramite la chat, sia per chiedere informazioni, ma anche per prenotare la propria vacanza.
Le Best Practices per Facebook
– Post “interattivi”. Cerchiamo di fare in modo che suscitino curiosità e che le persone abbiamo voglia di rispondere ad una domanda o di commentare.
– Post visualmente attraenti. Ci sono determinate specifiche che rendono migliori i post. Ad esempio, le immagini che vengono condivise dovrebbero essere 1200px di larghezza e 630px di altezza.
– Cerchiamo la giusta lunghezza per il testo: secondo alcune statistiche non dovrebbe essere attorno ai 40 caratteri, secondo altre attorno alle 11-12 parole. Non esiste una formula magica, usiamo tutti i caratteri necessari, senza stare a contare quanti ne stiamo usando, ma il concetto è chiaro: dobbiamo essere diretti e coincisi!
– Citiamo le altre pagine. Ovviamente non dobbiamo forzare la cosa, ma se c’è la giusta occasione, citiamo altre pagine, taggandole. E’ probabile che otterremo una conversazione da parte e loro e, perché no, una condivisione del post, che ci permetterà di raggiungere ulteriore pubblico.
Un approfondimento su Facebook
Ci sono alcune domande che sono ricorrenti tra chi si inizia ad addentrare su Facebook, creando contenuti:
– A che ora devo pubblicare?
– Come devo dividere la tipologia di post che faccio, tra foto, video, articoli?
– Il materiale che condivido deve essere mio o posso ricondividere da altre pagine e fonti?
Come spesso accade in questi casi, la risposta è “dipende“. Ogni pubblico è differente, anche all’interno dello stesso mercato turistico e conviene effettuare dei test per avere risposte migliori. Ci sono comunque degli strumenti che Facebook mette a disposizione per rispondere, almeno in parte, a questi dubbi: Facebook Insights.
Con Facebook Insights abbiamo la possibilità di navigare tra un discreto numero di statistiche, come ad esempio, quando i nostri fan sono on-line, che troveremo cliccando su “Post“. Più aumenterà il numero di fan e più questo dato sarà accurato ed utile.
Sempre su Insights troveremo il dettaglio storico dei nostri post: potremo vedere in un colpo solo quali hanno raggiunto il maggior numero di utenti e di interazioni. Inoltre, troveremo anche la voce “Tipi di post“. Leggendo questi dati potremo capire come mixare al meglio la tipologia di contenuto da condividere.
Per quanto riguarda la terza domanda, la risposta è difficile: sicuramente occorre essere sé stessi il più possibile. Ma se non abbiamo una frequenza di pubblicazione buona, avremo anche poca visibilità. Il consiglio è cercare di pubblicare il maggior numero di materiale proprio, selezionando con cura, invece, ciò che si va a ricondividere dalle altre pagine.
Instagram è il social del momento: un numero costantemente in crescita di persone ha iniziato a passare il proprio tempo libero a pubblicare foto e storie su questa piattaforma, a discapito di Facebook.
Perché dovremmo usare Instagram?
1) Un gran numero di utenti. L’ultimo riferimento è di 800 milioni di utenti attivi. Il bacino di utenza, anche in questo caso, è davvero ampio e può giustificare i nostri sforzi su questo social network.
2) E’ in costante sviluppo e crescita. Il numero di utenti che abbiamo appena citato è certamente destinato ad aumentare. Inoltre, si tratta di una piattaforma molto dinamica, con continue novità, come ad esempio le storie.
Le Best Practices per Instagram
– Rendiamo il nostro blog raggiungibile. Come prima nozione, ricordiamoci che in video e foto non è possibile inserire link cliccabili nella descrizione. Cioè, i link li possiamo scrivere, ma le persone saranno costrette a digitarli “a mano” sul loro browser, e questo è molto raro che accada. Per far sì che il nostro blog sia raggiungibile anche dagli utenti più pigri, possiamo decidere di aggiornare il link del nostro sito web con l’url del nostro ultimo post, cui faremo riferimento nel copy che accompagnerà le nostre foto. Infatti, sarà bene inserire nella descrizione una frase che inviti l’utente ad andare sulla pagina del nostro profilo e cliccare. Forse vi sarà capitato di leggere in giro “link in bio“: è probabilmente il claim di questo genere più utilizzato.
– Sfruttiamo le storie. L’introduzione delle Instagram stories, seppur palesemente ispirate da Snap, è stata decisamente una mossa azzeccata. Gli utenti le utilizzano molto e il fatto che esse restino visibili solo per 24 ore ha fatto sì che le persone le consultino spesso. Nel caso che avessimo già 10mila follower del nostro account business, in aggiunta, è possibile inserire un link alla nostra storia. Potremo così spingere l’articolo del blog appena pubblicato, con una storia formata da immagine o video, testo e relativo link, che sarà raggiungibile dall’utente con un semplicissimo swipe verso l’alto. E’ buona norma, in questo genere di post, ad utilizzare una call to action che inviti l’utente stesso a fare swipe per leggere l’articolo. Se non abbiamo ancora la possibilità di inserire il link diretto, mettiamo comunque, così come per i post standard, un richiamo al link che abbiamo inserito nel nostro profilo.
– Usiamo gli hashtag giusti: possiamo inserire fino a 30 hashtag. E’ bene utilizzarne tanti, anche tutti e 30, ma cerchiamo di selezionarli in base al nostro mercato e a quello che stiamo comunicando.
– Inventiamo un nostro hashtag. Una buona idea può essere accompagnare ogni nostro post da un hashtag, che ci contraddistingua, specialmente se stiamo lanciando una particolare campagna. Attenzione, però: prima de sceglierlo, controlliamo che nessuno lo stia già utilizzando!
– Non scriviamo troppo: così come per Facebook, non dobbiamo esagerare con i nostri testi descrittivi. Instagram, in particolare, è un social molto orientato all’immagine, sia essa foto o video. La lunghezza ideale, secondo le statistiche, dovrebbe aggirarsi sui 155 caratteri.
– Non limitiamoci ad un print screen dell’articolo. Il nostro obiettivo è portare persone sul nostro blog e far sì che leggano quello che abbiamo scritto. Per farlo, non pubblichiamo foto e storie che siano un semplice print screen del nostro blog. Cerchiamo, invece, di creare aspettativa, curiosità. Diamo una piccola anteprima su Instagram di quello che poi verrà letto sul blog.
E’ innegabile che Twitter rispetto a qualche anno fa abbia perso un po’ di appeal, ma resta tuttavia la piattaforma di microblogging più utilizzata al mondo. E cosa c’è di meglio di un social di microblogging per promuovere il nostro blog?
Perché dovremmo usare Twitter?
1) E’ ancora utilizzato, soprattutto dai millennials. A dispetto di quello che si può pensare, una recente statistica, infatti, afferma che ben l’81% dei millennials americani controlli Twitter almeno una volta al giorno.
2) Ha una buona reach organica. A differenza di Facebook, dove in certi casi occorre sponsorizzare i propri contenuti per ottenere visibilità, su Twitter possiamo raggiungere discreti risultati anche senza spendere un soldo, specialmente tra i nostri fan più affezionati, dove probabilmente il nostro post comparirà tra quelli suggeriti in alto al loro prossimo login.
3) E’ equo: Twitter ci permette di conversare con tutti quanti allo stesso modo, senza distinzioni sul numero di follower o sul tipo di account. Tutti hanno la stessa identica possibilità di interagire con tutti e questo, se sfruttato bene, può essere un bel vantaggio.
Le Best Practices per Twitter
– Pubblichiamo anche più volte lo stesso articolo. Molte persone pensano che un solo post basti per promuovere un articolo del blog. Invece, per via della rapidità con il quale scorre il feed di Twitter, possiamo anche permetterci di pubblicare più volte il solito articolo senza il rischio di risultare noiosi e ripetitivi. Possiamo anche aiutarci con i tanti tool a disposizione, per programmare questi post nel tempo.
– Non scriviamo troppo: analogamente a quanto detto per gli altri casi, anche qua dobbiamo cercare di essere diretti. Questa è stata una caratteristica peculiare di Twitter fino a pochi mesi fa, quando il limite di caratteri è passato da 140 a 280. In ogni caso, sembrerebbe che rimanere circa sui 100 caratteri possa essere il giusto compromesso. Anche in questo caso non mettiamoci a contare esattamente quanti caratteri stiamo occupando, ma scriviamo sempre pensando per prima cosa a chi ci sta leggendo.
– Non abusiamo degli hashtag: al contrario di Instagram, usare tanti hashtag non è una cosa vista di buon occhio. La cosa migliore è utilizzare uno o due hashtag, tre al massimo. Solitamente si utilizza un hashtag che ci caratterizzi, così come per Instagram, ed uno che sintetizzi l’argomento del quale stiamo parlando.
– Citiamo e tagghiamo. Allo stesso modo di Facebook, è buona norma citare nel tweet e taggare nella foto o video utenti per noi giudicati interessanti, come ad esempio leader di settore o potenziali partner. Sarà una buona idea per poter iniziare conversazioni profittevoli e raggiungere un numero più ampio di utenti. Sentiamoci liberi di citare (con la @) uno o due account, se è il caso, ma forse la pratica migliore è quella di pubblicare un tweet con una foto ed all’interno taggare gli account: il numero massimo è di 10 per post.
– Usiamo le “Twitter Card”. Si tratta di uno strumento sottovalutato, che però può fare la differenza e veicolare molto più traffico da Twitter verso il nostro sito. In pratica, si tratta di inserire nel nostro sito un semplice codice (con WordPress è davvero semplicissimo), che permette a Twitter di visualizzare informazioni più dettagliate, recuperandole direttamente dai nostri articoli. Sul social la differenza si noterà eccome: il tweet sarà più visibile e più coinvolgente per l’utente, cosa che porterà ad un maggior numero di click ricevuti. Possiamo anche testarne il funzionamento con l’apposito tool che Twitter ci mette a disposizione: https://cards-dev.twitter.com/validator.
Esempio di Twitter Card
Gli altri social
Abbiamo parlato dei tre social principali, ma teniamo presente che sarà bene concentrarsi solo su quelli che riusciremo a gestire al meglio. Ci sono anche tante altre opzioni disponibili, che potrebbero fare al caso nostro: molto dipende dal taglio che stiamo dando al piano editoriale ed al blog. Vediamo di seguito altre idee, che consigliamo magari di testare anche solo per un breve periodo.
– LinkedIn: è il social professionale per eccellenza e ad oggi dà parecchia importanza ai contenuti testuali. Può essere utile soprattutto se vogliamo dar visibilità a qualche nostro servizio per altre aziende, come ad esempio sale congressi.
– Slideshare: si tratta di un social per raccogliere principalmente presentazioni. In alcuni casi, un po’ come per LinkedIn può esserci utile per promuovere alcune tipologie di articolo, più orientare al business.
– Pinterest: conta circa 150 milioni di utenti attivi ed è molto usato per trovare idee per le proprie future vacanze. Per noi potrebbe essere una buona idea creare una “board” contenente un mix di immagini relative al nostro blog ed altre foto più generiche sulla struttura e sul territorio.
Valutiamo il nostro lavoro
Come dicevamo in apertura di articolo, dobbiamo monitorare e misurare il più possibile, in modo da migliorare nel tempo, aggiustando così aree di investimento e social su cui lavorare.
Aiutandoci con Google Analytics, dovremo fare in modo di capire se i lettori del nostro blog si sono trasformati effettivamente in nostri ospiti. Cerchiamo di analizzare qual è l’engagment che riusciamo a generare dai nostri post sui social, anche in relazione a quello che fanno i nostro competitor: i nostri fan ricondividono e commentano?
Creare contenuti di qualità e sviluppare un piano per condividerli è una parte significativa di una buona strategia di marketing. Per far sì che questa funzioni, occorreranno sforzi e test, ma alla fine i risultati potrebbero essere veramente soddisfacenti!
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